giovedì 14 giugno 2012

Gradite letture: i racconti di Graham Greene

Ci sono libri e scrittori che promettono fin dalla prima pagina di essere fedeli a un genere particolare, e quindi il lettore sa all'incirca in quale mondo verrà catapultato se a loro si rivolge; sa se leggendo si ritroverà d'un tratto a guardare i troll fare capolino tra gli alberi; sa se gli capiterà di sentir crepitare le pallottole di una sparatoria tesa, dentro un'avventura incalzante; oppure sa che dovrà sentire il cuore del protagonista palpitare per un amore tormentato.

E poi, invece, ci sono autori che non promettono qualcosa di definito e che chiedono al lettore soltanto fiducia, affinché si lasci portare per mano, senza fare troppe domande, facendosi solo incantare dal panorama, qualunque esso sia. Se ci si affida a uno scrittore così, bisogna appunto mettere da parte ogni aspettativa precisa, ed essere pronti a continui cambiamenti di scenario, vagando fra racconti brevissimi, che sono poco più di un'illuminazione felice, e storie appena più complesse, in cui si muovono o si agitano personaggi disegnati con maestria.

In questa categoria dell'imprevedibile che non delude io colloco ad esempio Graham Greene, coi suoi racconti. La raccolta pubblicata non molto tempo fa da Mondadori (nella collana degli “Oscar”) è importante anche perché mette a disposizione del lettore italiano tutti i racconti dello scrittore inglese, unendo quindi in un solo ponderoso volume opere di epoche diverse, che coprono in sostanza tutto l'arco della biografia di Greene, o quasi.
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